All’interno del consumo giornaliero di carboidrati siamo fortemente influenzati dalle informazioni fornite dai media sul controllo del peso corporeo, dove la quantità rappresenta il nodo cruciale. In termini di insorgenza di carie la quantità non assume una rilevanza significativa. Il cuore del problema è invece rappresentato dalla frequenza di assunzione. Una frequenza elevata mantiene il ph della placca batterica adesa alle superfici dentali costantemente al di sotto del ph critico dello smalto, predisponendo così alla comparsa di una lesione cariosa. E’ altresì importante sapere che durante la notte il flusso salivare, in grado di detergere le nostre superfici dentali, si riduce drasticamente. Qualsiasi assunzione di carboidrati, spesso veicolati da bevande zuccherate, poco prima del riposo notturno, amplifica gli effetti negativi legati allo sviluppo di un ambiente acido all’interno del cavo orale. L’ eliminazione o la drastica riduzione dell’ assunzione di carboidrati negli intervalli di tempo tra i tre pasti principali rappresenta un fattore chiave per la riduzione dell’ insorgenza di lesioni cariose. È auspicabile all’interno dello studio dentistico sviluppare una conoscenza del problema da parte del paziente ed instaurare una sinergia con un esperto del settore, nel caso specifico un nutrizionista.
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